Carcere di Biella, Osapp: "Più volte segnalata la mancanza di protocolli operativi destinati agli addetti del Corpo" - Newsbiella.it

2023-02-16 16:49:42 By : Ms. Rachel Ma

Carcere di Biella, Osapp: "Più volte segnalata la mancanza di protocolli operativi destinati agli addetti del Corpo"

"Questa Organizzazione Sindacale, pur non conoscendo la natura e il contenuto degli atti riguardanti l’inchiesta e le comunicazioni giudiziarie a carico di alcuni appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Biella per presunte “torture” e/o violenze in danno di alcuni detenuti colà allocati, dalle notizie apprese dagli organi di informazione, ha ragione di presumere che parte rilevante dei comportamenti penalmente rilevanti addebitati riguardi il fatto che in alcune circostanze i detenuti siano stati immobilizzati mediante l’utilizzo di nastro adesivo/isolante.

Al riguardo e pur non volendo entrare in ambiti non di propria competenza e ribadendo, nel contempo, la propria massima fiducia nelle iniziative disposte dall’A.G., questa O.S. ritiene opportuno sottolineare che più volte si è segnalata la carente formazione professionale che l’Amministrazione penitenziaria rivolge in favore degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria, la pressoché totale assenza di corsi di aggiornamento successivi all’assunzione nell’Amministrazione, conseguenti e necessarie alla costante innovazione normativa nonché la completa e grave mancanza in seno di all’Amministrazione penitenziaria di protocolli operativi destinati agli addetti del Corpo e, in particolare, riguardanti l’uso della forza e dei mezzi di coercizione come, da ultimo, l’atto n.23038/23k10/S.G. dello scorso 29 gennaio, per quanto è dato di conoscere sostanzialmente ignorato in seno al Dipartimento. Eppure, ci sia consentito di affermare che mai come negli ultimi mesi le tensioni nelle carceri di varia matrice, le violenze perpetrate, le aggressioni subite dal personale e, per quanto se ne apprende informalmente, il costante aumento dei traffici e del conseguente ingente utilizzo di sostanze psicotrope di provenienza esterna ed anche interna dalle terapie somministrate, richiederebbero ben altra attenzione e la dotazione di ben altri strumenti tecnico/normativi e di più approfondite nozioni da parte degli addetti del Corpo, in luogo delle attuali ed assai precarie iniziative rivolte al mero contenimento, spesso senza alcuna differenziazione dagli altri ovvero in strutture inidonee, dei ristretti a maggiore rischio di intemperanza. Altrettanto, mai come in quest’ultimo periodo accade di dover prendere atto che la trattazione di vicende gravi negli istituti penitenziari al pari delle conseguenze che gli addetti del Corpo patiscono e derivanti dalla generale concezione del carcere e della politica penitenziaria nazionale spesso cangiante ed incerta, vengono affrontate in ambito meramente locale trovando modo di esulare, non si sa come, dalla competenza dei Provveditori regionali e della stessa Amministrazione penitenziaria centrale (qualora, ad esempio, sia vero che la c.d. “sala situazioni” del Dap chiude alle 19,00 ogni giorno..).

In tale prospettiva, quindi, si chiede alle SS.LL., per quanto di competenza di prendere atto della gravità del momento e di adottare tutte le misure necessarie ad adeguare la funzionalità e l’efficienza istituzionale delle carceri alle finalità costituzionali della pena e, soprattutto, di fare in modo che non siano i poliziotti penitenziari a diretto contatto con la popolazione detenuta a pagare in prima persona le conseguenze delle disfunzioni/disattenzioni in essere. In attesa, quindi, di conoscere le determinazioni adottate, si ringrazia e si inviano distinti saluti".

c.s.osapp, s.zo.